Articoli e riflessioni

I disturbi d’ansia e depressivi tra medicina e psicologia – Terza parte

Ansia e corpo

Ansia e sistema cardiocircolatorio

I disturbi d’ansia rappresentano un’area di sovrapposizione diagnostica tra cardiologia e psicologia/psichiatria. Molti pazienti cardiologici presentano una sintomatologia di tipo ansioso che richiede un trattamento psicoterapico e/o farmacologico, mentre molte patologie cardiache possono essere confuse talvolta con disturbi di tipo psichiatrico. Ad esempio, il prolasso della valvola mitralica può manifestarsi esclusivamente con episodi di ansia acuta e con la presenza di palpitazioni, senso di testa vuota, vertigini, affaticamento, dolore toracico e dispnea. La sintomatologia ansiosa potrebbe far cadere nell’errore diagnostico di disturbo da attacchi di panico.
È inoltre tipico del soggetto ansioso adottare stili di vita ad alto rischio per patologie cardiache: abitudine al fumo, iperalimentazione, alcool, ridotta attività fisica. Un altro fattore di rischio importante per patologie coronariche è rappresentato dalla personalità stessa dell’individuo. Diversi studi hanno evidenziato come un determinato pattern comportamentale sarebbe maggiormente incline allo sviluppo di coronopatie e venne definito come comportamento di “tipo A”. le principali caratteristiche del soggetto di tipo A sono: impazienza, accelerazione, rapidità, aggressività, parlare a voce alta, ambizione, competitività, aspettativa di standard eccessivamente alti, comportamento duro, tensione della muscolatura facciale, potenziale ostilità. Tale personalità sarebbe anche caratterizzante del soggetto con ipertensione arteriosa essenziale che rappresenta un fattore di rischio per patologie vascolari acute.

Ansia e sistema respiratorio

Nella respirazione sono presenti più livelli funzionali: neurovegetativo, somatico automatizzato di base, pattern respiratori legati a specifici quadri emozionali, respiro volontario.
Per un medico è clinicamente semplice osservare e rilevare in un individuo la presenza di uno stato d’ansia in base al respiro rapido e superficiale: il modo di respirare e di gestire il proprio corpo nello spazio è un utile indicatore e indizio dello stato emozionale dell’individuo. Non solo l’emozione influisce sul respiro, ma è anche vero il contrario: il respiro infatti, contrariamente al battito cardiaco e alla motilità gastrointestinale, è facilmente percepito e alterato dal controllo volontario. I pazienti ansiosi sono caratterizzati da un aumento del volume della gabbia toracica, aumento della frequenza e riduzione dell’ampiezza del respiro rispetto ai non ansiosi. L’iperventilazione si accompagna a un aumento della frequenza cardiaca e a un aumento della sensazione soggettiva di ansia. Per questo consiglio sempre ai miei pazienti di non fare respiri lunghi e profondi durante un attacco i panico. La “fame d’aria” rappresenta molto spesso un sintomo dello spettro ansioso, in particolare del disturbo di attacco di panico.

Ansia e apparato gastrointestinale

Lo stomaco è il nostro “cervello emotivo”. Le prime descrizioni sulla relazione tra emozioni e funzionalità del tratto gastro – enterico furono condotte nel 1825 dal chirurgo Beaumont il quale osservò le modificazioni causate da vari stati emozionali sulla mucosa gastrica di un individuo che, a causa di una ferita da arma da fuoco, esibiva un ampio segmento esposto di mucosa gastrica. Numerose ricerche hanno evidenziato come situazioni interpersonali ad alto contenuto emotivo modificano l’attività del colon. Questi studi hanno creato un ampio filone di ricerca in ambito psicosomatico.

  • Sindrome del colon irritabile: questa sindrome colpisce circa il 14% della popolazione generale. Si presenta generalmente nella prima età adulte e colpisce le donne in misura più o meno doppia rispetto agli uomini. In questa sindrome si sovrappongono, con frequenza rilevante, componenti psicopatologiche tipiche, come i disturbi somatoformi. I pazienti che soffrono di sindrome del colon irritabile che si rivolgono al medico mostrano alte percentuali di disturbi psicologici inquadrabili all’interno dei disturbi d’ansia e dei disturbi dell’umore. È importante notare come pazienti con disturbi di natura gastrointestinale e patologia psichica spesso esprimano un comportamento culturalmente appreso e caratterizzato dal riferire un maggior numero di problemi medici cronici finalizzati a evitare, come conseguenza dei disturbi, il lavoro o la scuola, e spesso provengano da famiglie in cui tale comportamento di malattia è stato giustificato e amplificato.
  • Sensazione di bolo: Il bolo faringeo è una condizione medica in cui il paziente lamenta una sensazione di costrizione in gola al di sotto del pomo d'Adamo. Per anni il bolo ipofaringeo, anche detto globus, è stato attribuito esclusivamente a cause psicologiche (disagio emotivo, somatizzazione isterica, disturbo d’ansia e/o dell’umore) e veniva detto bolo isterico. Solamente a partire dai primi anni '90 si sono svolti studi più accurati che hanno evidenziato come questo sintomo sia spesso correlato a condizioni patologiche esistenti e raramente connesso a stati psichici. La cosiddetta “isteria locale” può accompagnarsi a un disagio circoscritto a certi organi o parti o singole funzioni di essi. D’altra parte, uno stomaco con affezione catarrale può dar luogo a vomito isterico, al bolo isterico e ad anestesia o iperestesia della cute dell’epigastrio. In questi casi un’affezione organica diviene causa accidentale della nevrosi.
  • Rettocolite ulcerosa: è una patologia infiammatoria cronica con ulcerazioni della mucosa che colpisce più frequentemente il retto, il colon discendente, talvolta tutto l’intestino crasso. L’andamento cronico alterna periodi di attività ad altri di remissione. La sintomatologia è caratterizzata dalla presenza di diarrea e sanguinamento rettale. Per molti anni si è cercata una causa infettiva responsabile della malattia. Un meccanismo eziopatogenetico molto studiato è quello autoimmune.
  • Morbo di Crohn: Malattia infiammatoria cronica ad andamento clinico ricorrente che può interessare qualsiasi zona del tratto gastroenterico, dalla bocca all’ano. In considerazione delle caratteristiche infiammatorie delle lesioni, si è cercato, anche in questo caso, di trovare degli agenti infettivi responsabili del danno ma ancora con scarse evidenze.

Ansia e depressione sono frequentemente associate a patologie intestinali infiammatorie. La loro comparsa, quando successiva a una patologia intestinale può essere interpretata come sequela della patologia internistica. Quando, invece, i sintomi psichici precedono la malattia somatica, ansia e depressione potrebbero essere letti come sintomi precoci della patologia o addirittura come una delle cause che concorre al’insorgenza della mallattia somatica.
Vissuti depressivi possono essere correlati anche alle terapie del Morbo di Crohn e ai loro effetti collaterali con significato iatrogeno. La nutrizione parentale, il sondino naso – gastrico e il gonfiore correlato alla terapia steroidea sono tutti fattori stressanti da non sottovalutare. La terapia steroidea protratta, inoltre, può essere direttamente responsabile di alterazioni psichiche, disturbi della sfera affettiva e psicosi.
Fattori psicologici sono stati ritenuti implicati nella patogenesi del Morbo di Crohn, anche se una reale associazione tra fattori psicologici, di tipo emotivo o di stress psicofisico, non è ancora stata dimostrata con certezza. Nonostante ciò, i pazienti trattati anche con psicoterapia riscontrano un maggior benessere soggettivo. Gli interventi psicosociali e la psicoterapia contribuiscono al benessere riducendo i sintomi ansiosi e depressivi, migliorando lo stato fisico generale, le capacità di rilassamento, di adattamento alla malattia e di socializzazione.

 

G.Massimo Barrale - Psicologo Psicoterapeuta - Palermo

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