Disturbi d'ansia

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Ansia - Gaetano, Massimo Barrale - Psicologo e Psicoterapeuta PalermoL’ansia è un’emozione fondamentale.
In questa sede vorrei precisare come adeguati livelli di ansia siano del tutto adattivi per l’essere umano in quanto ci permettono di immaginare ipotetici scenari che ci infondono preoccupazione e di essere più performanti nell’affrontarli. Il giusto grado di ansia per un esame, per un colloquio di lavoro, per un primo appuntamento con una persona da cui ci sentiamo attratti ci permette di prepararci al meglio ad affrontare l’evento.
Il problema sorge nel momento in cui l’ansia perdura e diventa una costante nella nostra vita, interferendo con le nostre incombenze quotidiane, legandosi spesso a questioni cosiddette “neutre” e diventando invalidante.

L’ansia è diversa dalla paura: la paura ha un carattere di immediatezza, ci aiuta ad affrontare un pericolo reale mentre l’ansia si pone l’obiettivo di affrontare una preoccupazione sulla verificabilità di un evento futuro.

La parola ansia deriva dal latino “angere” ossia stringere, e rende molto bene la sensazione, anche fisica, che sperimenta la persona  che ne soffre, di imbarazzo, di costrizione, di preoccupazione sul futuro.

I Disturbi d’Ansia più frequentemente riscontrati sono:

  • Attacco di panico: è un periodo preciso di intensa paura o disagio. Di solito ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice (di solito in 10 minuti o anche meno), ed è spesso accompagnato da un senso di pericolo o di catastrofe imminente e da urgenza di allontanarsi. Alcuni dei sintomi fisici e cognitivi che si possono presentare sono: palpitazioni, sudorazione, tremori fini o a grandi scosse, sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore al petto, nausea, vertigini, paura di perdere il controllo, paura di morire. È importante sottolineare come l’attacco di panico il più delle volte insorga senza che lo si possa collegare ad un reale evento scatenante.
  • Agorafobia: A volte può accadere l’ansia porti una persona ad evitare le situazioni in cui questa crede che un attacco di panico possa insorgere, situazioni dalle quali allontanarsi può essere imbarazzante, difficile o impossibile, per cui si comincia lentamente a ridurre tutta una serie di attività che prima si compivano con tranquillità: si esce meno, si evitano luoghi affollati, autobus, aerei, eventi sociali. In altre parole si instaura un meccanismo del tipo “ho paura di avere paura”. Alcuni individui sono in grado di esporsi alle situazioni temute, ma le sopportano con considerevole malessere. Spesso si è più capaci di confrontarsi con una situazione temuta quando si è in compagnia di un accompagnatore. L’evitamento delle situazioni da parte dell’individuo può compromettere la capacità di recarsi al lavoro o di portare avanti le incombenze domestiche.
  • Fobia Specifica: la paura marcata e persistente di oggetti o situazioni chiaramente riconoscibili, circoscritte. L’esposizione all’oggetto o alla situazione che fa paura scatena immediatamente una risposta ansiosa che può anche prendere anche la forma di un attacco di panico, soprattutto se non ci si può allontanare immediatamente. Di solito adulti e adolescenti che soffrono di fobie specifiche si rendono conto che la paura che provano è eccessiva e che le loro reazioni possono a volte essere esagerate. Le fobie specifiche posso riguardare animali, elementi dell’ambiente naturale (temporali, altezze, acqua), sangue, iniezioni, ferite, esami medici invasivi, situazioni che possono portare a soffocare, vomitare, contrarre malattie, oppure ancora paura di volare, di guidare, dei ponti, delle gallerie, degli ascensori, di spazi troppo chiusi.
  • Fobia sociale: è la paura che riguarda le situazioni sociali o prestazionali che possono creare imbarazzo. Chi soffre di fobia sociale teme le situazioni sociali per il timore di rimanere imbarazzato e che gli altri lo giudichino ansioso, debole, “pazzo”, stupido. Si teme il parlare in pubblico a causa della preoccupazione che gli altri notino il tremore delle mani o della voce, oppure si può provare ansia quando si parla con gli altri per la paura di apparire poco chiari.
  • Disturbo Ossessivo-Compulsivo: in questo tipo di disturbo ossessioni o compulsioni ricorrenti, sufficientemente gravi da far impiegare tempo, causano disagio e malessere in chi ne soffre fino ad interferire con la routine normale della persona, con il suo lavoro, con le attività sociali o con la le relazioni con gli altri.
    Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi e immagini persistenti, vissute come estranee e intrusive, non sotto il proprio controllo, che l’individuo è capace di riconoscere come estranee e che non vengono imposte dall’esterno. Le ossessioni più frequenti hanno ad esempio a che fare con dubbi sulla possibilità di contrarre qualche malattia, oppure dubbi ripetitivi (“ho chiuso la porta di casa?”), o con la necessità di tenere le cose in un determinato ordine. Di solito chi ha una o più ossessioni tende o a ignorarle o a neutralizzarle con altri pensieri o azioni cioè con le compulsioni.
    Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (riordinare, controllare, lavarsi le mani) o azioni mentali (pregare, contare, ripetere mentalmente delle cose, non mettere i piedi nelle linee del marciapiede), il cui obiettivo è quello di prevenire o ridurre l’ansia, e non quello di fornire piacere e gratificazione.
  • Disturbo Post-traumatico da Stress: caratteristica essenziale di questo disturbo è lo sviluppo di sintomi che seguono l’esposizione ad un evento traumatico estremo in cui la vita (propria o di persone care) o l’integrità fisica (propria o di persone care) viene minacciata (esempi: combattimenti militari, aggressioni personali quali scippo, rapina, violenza fisica, violenza sessuale, essere rapiti, presi in ostaggio, attacchi terroristici, disastri naturali, gravi incidenti automobilistici, o anche ricevere una diagnosi di malattie minacciose per la vita, o venire a conoscenza dell’improvvisa morte di una persona cara. I sintomi caratteristici che risultano dall’esposizione ad un trauma estremo includono il rivivere l’evento traumatico, l’evitamento di stimoli associati con il trauma, un calo della reattività generale, ed un aumento dell’arousal (una condizione temporanea del sistema nervoso, in risposta ad uno stimolo significativo e di intensità variabile, di un generale stato di eccitazione, caratterizzato da un maggiore stato attentivo-cognitivo di vigilanza e di pronta reazione agli stimoli esterni).
  • Disturbo d’Ansia Generalizzato: caratteristica di questo disturbo è la presenza di ansia e preoccupazione eccessive nei riguardi di una quantità di eventi o attività la preoccupazione è difficile da controllare e spesso si provano irrequietezza, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, tensione muscolare e sonno disturbato. A volte queste preoccupazioni non sono riconosciute come eccessive, sebbene si percepisca il disagio che causano, si riconosca la difficoltà a controllarle e ci si renda conto che interferiscono con molte aree importanti della vita (lavorativa, sociale, familiare) arrivando talvolta a comprometterle.
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