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La Clinica Gruppoanalitica

Un contributo importante che la clinica gruppo analitica ha dato alla comprensione dello sviluppo mentale normale e patologico deriva dall’individuazione di una dinamica transpsichica transgenerazionale alla base di tale sviluppo.

Fu lo stesso Foulkes (il fondatore della Gruppoanalisi) a cogliere immediatamente tale interconnessione durante le sue prime terapie di gruppo: “considero il paziente che mi sta di fronte come l’anello di una lunga catena, un punto nodale in una rete di interazione, la quale è la vera sede dei processi che portano tanto alla malattia quanto alla guarigione. Sono sempre più convinto che il paziente che noi vediamo è in se stesso solo un sintomo di un disturbo che investe un’intera rete di situazioni e di persone, che costituisce l’autentica sede di intervento di una terapia radicale ed efficace”.

La teoria dello sviluppo mentale secondo la gruppoanalisi privilegia l’assunto secondo il quale la personalità si costruisce strutturandosi in relazione al campo mentale familiare inteso come una trama di pensiero collettivo chiamata “matrice familiare”. Tale processo strutturante si realizza mediante l’assimilazione da parte del bambino dei modelli di pensiero della famiglia cui appartiene e dei suoi “temi culturali”, definibili come peculiari costrutti emotivo-cognitivi che condensano tanto le vicissitudini esistenziali della famiglia e delle generazioni precedenti, quanto le modalità psicologiche costruite appunto per dare senso a tali vicissitudini. Ogni famiglia è quindi caratterizzata da una particolare cultura che affonda le radici nella sua storia e in quella delle generazioni precedenti. L’interazione tra questa cultura familiare e il mondo interno del bambino determina lo sviluppo di quella trama relazionale definita “matrice personale” proprio per definire il concetto di fondazione culturale della mente: in questo senso la nostra mente è sostanzialmente gruppale.

Per realizzare fisiologicamente tale strutturazione antropologica della mente cui è finalizzata, la matrice familiare deve potersi costituire come spazio transazionale (o matrice familiare insatura) dal quale sia possibile per il bambino dare significato alle generazioni e culture precedenti e parallelamente dare un senso all’ignoto del nuovo progetto evolutivo. Il bambino diventa persona quando può trasformare simbolicamente (inconsciamente) in nuovi significati la cultura familiare e trans personale, cioè quando può pensare la discontinuità evolutiva attuale rispetto alla cultura degli antenati storicamente data. All’impossibilità di tale rappresentazione mentale è correlata l’insorgenza di linee di frattura (trans generazionali) potenzialmente psicopatogene, le quali segnalano realtà “non pensabili” che possono intrappolare il paziente nella rete impedendogli la sua completa individuazione (lo sviluppo di una sana matrice personale).

Su questa base, il sintomo psichiatrico (o il malessere psicologico) si configura come conseguenza della non avvenuta trasformazione dei temi culturali in eventi simbolici all’interno del pensiero. In quest’ottica la psicopatologia è visualizzabile come la conseguenza di un fallimento della matrice familiare nella sua funzione di spazio transazionale, come mancata trasformazione significativa della storia delle generazioni precedenti: in tal caso parliamo di “matrice familiare satura”.

Ne deriva che la funzione essenziale della matrice familiare è quella di garantire al bambino la possibilità di fondare un suo apparato mentale autonomo (discontinuo) attraverso la trasformazione significativa della rete transpersonale, cioè della cultura degli antenati. Soltanto la famiglia in quanto pensiero gruppale può assolvere a questo compito impossibile per un pensiero individuale.

La capacità della famiglia di costruire relazioni significative tra la propria storia, la storia degli antenati e il nuovo progetto storico del bambino, permette al bambino stesso di organizzarsi come sintesi dialettica all’interno di questi tre campi: di fondarsi come persona. Se invece la famiglia non riesce a dare senso al nesso esistente fra la sua storia e quella delle generazioni precedenti, anche il nuovo progetto storico del bambino sarà minato da “aree senza senso” potenzialmente psicopatogene. In questo caso, infatti, verrà alterato il processo di costruzione della persona intesa come nodo della rete transgenerazionale: l’esito di tale alterazione potrà consistere appunto nell’insorgenza di un’evidente sindrome clinica psicopatologica o nella stabilizzazione di un disturbo di personalità.

 

G.Massimo Barrale - Psicologo Psicoterapeuta - Palermo

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I diversi tipi di Psicoterapia

 

Ad oggi vi sono diversi tipi di psicoterapia. Bisogna innanzi tutto operare una distinzione, che in genere crea molta confusione, tra la modalità di psicoterapia, che riguarda le persone a cui la terapia è rivolta (per cui avremo: la psicoterapia individuale, la psicoterapia di coppia, la psicoterapia familiare, la psicoterapia di gruppo) e il tipo di psicoterapia, che riguarda l’approccio teorico e le tecniche pratiche della terapia.

In molte occasioni, quando una persona prende coscienza di dover andare dallo psicologo, continua a mantenere certe idee erronee su cosa sia la psicoterapia. Spesso ha in mente la classica scena di un paziente sdraiato sul divanetto con il terapeuta dietro di lui che prende appunti. La classica immagine della psicoanalisi continua a pesare moltissimo nel subconscio collettivo.

Il tipo di psicoterapia si differenzia in base alla teoria e alla pratica che lo psicoterapeuta utilizza nel suo lavoro. Nel corso di questo e dello scorso secolo si sono sviluppati moltissimi approcci teorici e pratici diversi, moltissimi punti di vista sull’uomo e sulla sua salute psicologica. Di conseguenza i tipi di psicoterapia sono oggi tantissimi.

Possiamo comunque affermare che, seppur da punti di vista differenti, l’obiettivo generale è lo stesso per tutte: migliorare lo stato di benessere e aiutare le persone a realizzare il proprio potenziale.

Presenterò adesso vari tipi di psicoterapia. L’elenco non vuole essere esaustivo, né vuole essere una classifica con il fine di individuare quale tra i vari orientamenti sia il migliore: tutti i tipi di psicoterapia possono essere efficaci se il professionista è competente e se si crea una buona alleanza terapeutica. Alla gruppoanalisi, il mio orientamento, dedicherò in seguito un articolo a parte. Iniziamo!

  • Psicoanalisi: Fondata da Sigmund Freud, è una teoria psicologica che ha introdotto i concetti di inconscio, transfert, conflitto psichico e pulsioni La Psicoanalisi è stata la prima forma di psicoterapia concettualizzata e formalizzata nella storia moderna. Oggi si è frazionata in varie correnti, tuttavia possono essere individuati alcuni elementi comuni della pratica clinica, quali: il lavoro sui sogni e sulle fantasie, l’espressione dei pensieri liberamente associati dalla persona, l’attenzione alla relazione terapeuta-paziente.
  • Psicologia Analitica: o Psicologia del profondo. Originata dalle idee del famosissimo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung, è sia una teoria psicologica sia un metodo di trattamento. Mira a promuovere la condizione di “integrità” dell'essere umano, esplorando gli elementi inconsci propri della singola persona o appartenenti all'intera specie umana (chiamati “archetipi”). La persona è stimolata a dare senso al proprio inconscio, a individuare le proprie modalità disfunzionali inconsapevoli (chiamate “complessi”), a riappropriarsi delle energie mentali che prima disperdeva inconsapevolmente al fine di percorrere il viaggio verso la realizzazione del proprio potenziale (viaggio chiamato “individuazione”).
  • Psicodramma: Psicoterapia di gruppo che, attraverso l’uso del gruppo, di tecniche di role-playing o di estrazione teatrale, invita le persone a rappresentare diversi scenari (eventi della propria vita, fantasie, sogni o emozioni) stimolandola a divenire consapevole delle proprie emozioni e dei propri conflitti e a trovare nuove soluzioni.
  • Psicoterapia Psicodinamica: La persona è stimolata a considerare le proprie emozioni, credenze, esperienze infantili e il tipo di rapporto che instaura col terapeuta al fine di individuare (e cambiare) le modalità relazionali attuali fonte di disagio, mediante l’utilizzo di concetti teorici e metodologici psicoanalitici.
  • Psicoterapia Adleriana: Ideata da Alfred Adler conduce il paziente all’esplorazione di sentimenti di inadeguatezza e inferiorità originati in base alla propria storia familiare infantile o conseguenza di alcuni difetti fisici della persona. Mira allo sviluppo della fiducia e dell’autostima, l’individuazione del proprio significato individuale della vita e l’accrescimento delle capacità di avere relazioni intime e positive con gli altri.
  • Analisi Bioenergetica: Fondandosi sul principio secondo cui l’energia del corpo influenza il benessere emotivo e mentale della persona, cura i disturbi psicofisici lavorando sia al livello fisico, con esercizi corporei, sia al livello psichico, utilizzando concetti e tecniche mutuati dalla Psicoanalisi (conflitto edipico, lavoro sui sogni, analisi del transfert).
  • Terapia Centrata sul Cliente: Ideata da Carl Rogers, considera l’individuo come provvisto per natura delle capacità necessarie per affrontare le proprie difficoltà esistenziali. La relazione paziente-terapeuta è fondamentale e quest’ultimo stimola la persona in difficoltà a rivitalizzare le proprie capacità di crescita e di cambiamento, lavorando per creare un clima di accoglienza e ascoltandola autenticamente e empaticamente.
  • Terapia Sistemico Familiare: Anche se il disagio psicologico può riguardare solo alcuni membri di una famiglia o, come molto spesso accade, è una sola persona della famiglia a soffrire di una difficoltà psicologica, alle sedute partecipano tutti di membri della famiglia. La persona sofferente, che porta con se un disagio psicologico, è vista come “l’espressione” del contesto familiare squilibrato: il terapeuta, durante le sedute, non si focalizza solo su di essa ma su tutti i membri della famiglia, stimolandone il cambiamento dell’intero nucleo familiare.
  • Analisi Transazionale: Ideata dallo psichiatra americano Eric Berne, è sia una teoria psicologica sia un approccio psicoterapeutico. La pratica clinica, che integra differenti approcci (Psicoanalisi, Psicoterapia Cognitivo - comportamentale e Gestalt), mira a migliorare le relazioni della persona sia con gli altri sia con se stessa.
  • Terapia della Gestalt: Il terapeuta aiuta la persona, mediante tecniche e esercizi, a focalizzarsi sul momento presente, sulle sue convinzioni, emozioni e sensazioni fisiche che sta sperimentando nel qui-e-ora: il passato e il futuro sono presi in considerazione allorché influenzano il momento presente. L’obiettivo della terapia della Gestalt è lavorare sulla nostra autocoscienza in modo che possiamo risolvere i nostri problemi con maggiore sicurezza. L’obiettivo dei procedimenti previsti da tale approccio terapeutico è indurci a mettere da parte le angosce della vita, raggiungere la libertà personale e acquisire la determinazione sufficiente per raggiungere il nostro massimo potenziale.
  • Psicoterapia Sensomotoria: Attraverso l’uso del corpo e la consapevolezza di aspetti cognitivi ed emotivi conduce la persona a scoprire come le esperienze fisiche del suo passato siano ancora attive nel suo presente.
  • Psicoterapia Cognitivo – comportamentale: La persona viene aiutata a cogliere come i propri pensieri e convinzioni determinino le proprie difficoltà emotive e comportamentali, attraverso tecniche differenti, che vanno dal rilassamento muscolare, alla messa in discussione delle convinzioni negative o irrealistiche, al mantenere un diario quotidiano, allo stimolare nuovi comportamenti.
  • Schema Therapy: Si focalizza sugli “schemi” che la persona ha sviluppato nell’infanzia, modelli di pensiero-sensazioni-emozioni-comportamenti costruiti “ieri” che provocano disagio “oggi”. Per modificare l’effetto distruttivo di tali schemi vengono applicate teorie e tecniche della Psicoterapia Cognitivo - comportamentale, della Psicoanalisi e della Terapia della Gestalt.
  • Terapia Cognitiva basata sulla Mindfulness: Approccio terapeutico di gruppo che coniuga le strategie della Psicoterapia Cognitivo - comportamentale con la Mindfulness (tecnica di meditazione di derivazione Buddista)
  • Terapia dell’Accettazione e dell’Impegno: Le persone sono incoraggiate a prendere contatto con le proprie emozioni negative, ad accettarle e a smettere di evitare le situazioni che possono stimolare emozioni negative mediante strategie di accettazione e meditazione (Mindfulness) e tecniche di cambiamento del comportamento.
  • Musicoterapia: è una terapia creativa molto versatile, intensa e curativa al contempo. I cambiamenti sono quasi immediati e lo si può vedere con molta frequenza in pazienti con disturbi dello spettro autistico e demenze. Il paziente risponde subito e sperimenta tutto un torrente di emozioni e sensazioni.

G.Massimo Barrale - Psicologo Psicoterapeuta - Palermo

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